Edition 1 Napoli / Castel dell'Ovo
La prima fase del progetto e la mostra, prodotto della residenza, si sono svolti con il sostegno del Goethe-Institut Napoli, dell’Assessorato della Cultura e del Turismo di Napoli, dell’Assessorato alla Cultura della Città di Monaco e dell’Alfred Toepfer Stiftung F.V.S. nel maggio/giugno 2021 a Napoli presso la rinomata sruttura storica del Castel dell’Ovo prendendo parte ad uno dei più importanti eventi culturali della città, il Maggio dei Monumenti.
Partecipant*: Barbara Herold, Federico Delfrati, Danilo Bastione, Florian Huth, Claudia Barcheri, Martin Fengel, Olaf Metzel, Benedetto Piscitelli, Raquel Ro, Noëm Held, Felix Flemmer
ˈmɛgəˈraɪd, Exhibition
Claudia Barcheri / Schizzo
Gesso, pigmento, tessuto di rinforzo dimensioni variabili
Danilo Bastione, Bradisismo
Rete di sicurezza anticaduta, tubo per condotte in pressione,
Guide in ferro zincato, fascette serracavi, dimensioni variabili
Nessuna garanzia, nessun piano preconfezionato, ma descrizioni dense di ambivalenze attualizzanti che formano comunità e identità e dissolvono le logiche convenzionali di rappresentazione. Un ritornello grossolano, una classe pericolosa che non vuole più essere comandata. La cruda malagrazia della scultura traccia i processi che la modellano, rendendo visibili le sue dimensioni performative. Come momento astratto, l’opera si concentra sul potenziale estetico dei materiali plastici e negozia le possibilità della scultura
Barbara Herold / AL
AR-intervenzione, Video, dimensioni variabili
Florian Huth / Belong anywhere
Found Objects, dimensioni variabili
Una volta che si è allentata la posizione dell‘ordine binario intorno all‘originale, si può facilmente iniziare a torcere e girare ogni concetto. Per l‘arte contemporanea, questo dovrebbe significare soprattutto esporsi a un modo diverso di pensare. È difficile da progettare perché smantella performativamente l‘edificio filosofico convenzionale da cui si formano l‘arte e se stessi. Fino a che punto si vuole arrivare? Fin dove arriva il proprio „interesse“ e quali altri interessi sono in gioco?
Federico Delfrati / Of burning and shining
Fotografie, dimensioni variabili
Un‘interpretazione fugace formula mondi possibili, sonda i confini della nostra percezione, incarna la transizione tra pericoli potenziali e reali, li inquadra, salta la realtà e ricrea il flusso costante di modelli naturali e culturali che modellano le nostre vite individuali e collettive. Nella ricerca di adeguate traduzioni formali di questi complessi assemblaggi e del „grande quadro“, le geografie locali diventano ambienti sperimentali che escono dalle loro coordinate. La prospettiva antroprocentrica del saltatore diventa un‘ancora e un punto di fuga, un punto di vista preferenziale per commentare l‘identità umana, per interrogarsi sulla sua storia e riflettere sul nostro ruolo all‘interno della natura. Stava andando bene fino a qui, ciò che conta non è la caduta, ma l‘atterraggio. Tutt’altro che un gioco da ragazzi.
Martin Fengel / I love Napoli
Cartoline, 14,8 X 10,5cm
Olaf Metzel / Maradona
alluminio, stampa digitale, acciaio, 90x60x30 cm
Si yo fuera Maradona / viviría como él / nunca m‘equivocaría / si yo fuera Maradona / frente a cualquier portería perdido en cualquier lugar
Olaf Metzel è uno dei più importanti scultori tedeschi contemporanei. Le sue opere fanno sempre riferimento non solo all’ambiente fisico e architettonico, ma anche allo spazio ideologico e discorsivo. L‘artista è diventato noto per le sue installazioni spaziali e interventi scultorei, che hanno fatto scalpore per le loro attuali allusioni politiche e sociali nello spazio pubblico, ma anche per i suoi disegni e potenti rilievi serigrafati su lamiera sottile: lui piega, incurva e deforma le immagini, riprodotte su entrambe le facce delle lastre di alluminio, creando così l’irritante illusione di trovarci di fronte a fogli di carta accartocciati.
Benedetto Piscitelli
Wippe
Legno regalato del mare,
4 x 1 m
->->->-> Collaterali
Raquel Ro, Loinggpres_ Escritura del deserto
Noem Held, Felix Flemmer, senza titolo
Bastione/Delfrati, Sonata per Tufo
Tufo, Microfoni a contatto.
Performance 40 min.
I due artisti italiani coadiuvano il brutalismo del noise con la poesia delle epoche romantiche.
Negli ambienti della prigione del Castel dll’Ovo costruita nel tufo, Delfrati e Bastione propongono note polverose in una struttura dinamica di luci e forme che, creano un’atmosfera di avanguardie e che gioca con il mito dell’Isolotto Megaride dove sorge il Castello.
Il tufo, distrutto alla fine della sonata, usato come strumento. Come vittima il cui sacrificio permette l’evasione da queste mura antiche.
Text: Constanze Metzel
Fotos: Florian Huth, Danilo Bastione